sabato 7 giugno 2014

Riflettendo su... Fueddu



 FUEDDU. La parola. Il termine è usato in tutto il Campidano; in altre aree, centro Sardegna, Logudoro ecc. si può avere la variante faeddu, o il termine paraula. Tutto un mondo si articola intorno a questo termine. Il verbo è fueddai e, nelle aree centrali e settentrionali, faeddare, a cui si aggiungono chistionai e allegai. Da questi due verbi derivano due sostantivi, chistio(n)i e lega, usati spesso nel senso di chiacchiera, discorso, argomento. C’è un altro sostantivo, di diretta derivazione latina, che si usa in ambito magico-sacrale, brebu (verbum), is brebus, sos brebos (area centro settentrionale) e corrisponde alle formule di scongiuro pronunciate o scritte durante i  riti contro il malocchio. Molto spesso, foglietti con i brebus scritti, sono racchiusi dentro scapolari e messi al collo dei bambini a protezione contro il malocchio. La parola è il mondo, la sua rappresentazione, la vita. La parola è la carne e il sangue dei rapporti sociali nel bene e nel male; non è retorica la frase “ne uccide più la lingua che la spada” e la capacità di usare le parole può dare la misura di uno status sociale ed economico.  

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