FUEDDU. La
parola. Il termine è usato in tutto il Campidano; in altre aree, centro
Sardegna, Logudoro ecc. si può avere la variante faeddu, o il termine paraula.
Tutto un mondo si articola intorno a questo termine. Il verbo è fueddai e, nelle aree centrali e
settentrionali, faeddare, a cui si
aggiungono chistionai e allegai. Da questi due verbi derivano
due sostantivi, chistio(n)i e lega, usati spesso nel senso di
chiacchiera, discorso, argomento. C’è un altro sostantivo, di diretta
derivazione latina, che si usa in ambito magico-sacrale, brebu (verbum), is brebus,
sos brebos (area centro settentrionale) e corrisponde alle formule di
scongiuro pronunciate o scritte durante i
riti contro il malocchio. Molto spesso, foglietti con i brebus scritti, sono racchiusi dentro
scapolari e messi al collo dei bambini a protezione contro il malocchio. La
parola è il mondo, la sua rappresentazione, la vita. La parola è la carne e il
sangue dei rapporti sociali nel bene e nel male; non è retorica la frase “ne
uccide più la lingua che la spada” e la capacità di usare le parole può dare la
misura di uno status sociale ed economico.
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